Dal blog http://bob-fabiani.blogspot.it/ di Bob Fabiani:
mercoledì 3 luglio 2013
La
drammatica giornata in Egitto si è conclusa nel modo previsto: alla
fine l'esercito egiziano - che era già schierato nelle piazze e nelle
strade del Paese da giorni - è intervenuto e, così, l'ennesimo golpe
aveva inizio.
Alle 16,30 locali, scadeva il drammatico ultimatum dei militari nei confronti del presidente Morsi. Dal canto suo, il presidente della Fratellanza Musulmana, ha rifiutato con fermezza e sdegno, di dimettersi. Non ha ceduto nè alle richieste del movimento Tamarrod - i ribelli - nè alle richieste esplecite dei militari. I vertici militari egiziani appresa la volontà del presidente, a quel punto si muovevano di conseguenza, informando, seccamenta Morsi: "Da questo momento, Morsi, non è più il presidente".
Alle 16,30 locali, scadeva il drammatico ultimatum dei militari nei confronti del presidente Morsi. Dal canto suo, il presidente della Fratellanza Musulmana, ha rifiutato con fermezza e sdegno, di dimettersi. Non ha ceduto nè alle richieste del movimento Tamarrod - i ribelli - nè alle richieste esplecite dei militari. I vertici militari egiziani appresa la volontà del presidente, a quel punto si muovevano di conseguenza, informando, seccamenta Morsi: "Da questo momento, Morsi, non è più il presidente".
-LA ROAD MAP DEI MILITARI.
Nel drammatico "messaggio televisivo alla nazione", il ministro della Difesa annunciava queste parole: "Da questo momento è sospesa la Costituzione si provvederà alla formazione di un Governo Tecnico e, subito dopo si provvederà a indire elezioni presidenziali".
Così terminava lo stillicidio di supposizioni e di possibili scenari alla crisi egiziana e, la linearità della road map dei militari non lascia dubbi anche se, non tutto è chiaro al Cairo in questo momento. Le incognite ci sono perchè, in realtà in questa difficile situazione, non è possibile fare previsioni; bisognerà vedere intanto, cosa accadrà nella notte egiziana, si dovrà verificare se, l'appello dei militari sarà accolto da tutti gli egiziani. I militari, nel loro intervento alla televisione di Stato hanno fatto sapere chiaro e tondo che, non saranno tollerati atti di violenza anche se, hanno tenuto a precisare il diritto degli egiziani di protestare: soltanto che i militari pretendono che le proteste si svolgano in modo civile e senza violenze. Se così non sarà, l'esercito reprimerà con la massima durezza tutti coloro che non si atterranno a questo "ordine". Tuttavia, l'incognita maggiore, è costituita dai Fratelli Musulmani: cosa faranno questa notte? Come si muoveranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni? A tal proposito, destano molte preoccupazioni le parole da loro usate, non appena Morsi è stato destituito dall'esercito: "Reagiremo" hanno fatto sapere a caldo e, questa non è una notizia positiva.
Se da un lato, il golpe che si è consumato oggi, 3 luglio 2013, in Egitto non può essere del tutto una buona notizia, bisogna però registrare la reazione, del tutto imprevedibile, di Piazza Tahrir. Appena terminato l'intervento dei militari in televisione, la piazza, ha inscenato i fuochi d'artificio. Si tratta di una notizia di portata storica: nessuna presa di potere da parte dei militari, in Egitto, era mai stata salutata con questo entusiasmo popolare. Non deve sorprendere più di tanto questa reazione: i vertici militari sono stati abili nel tenere in considerazione le richieste della piazza e della persone e, il fatto che, tutte le richieste del movimento Tamorrod siano state accolte è un segno che lascia ben sperare.
-L'ORA DEL GOLPE.
Erano le 19 al Cairo quando l'esercito annunciava: "Il Golpe militare è cominciato". La situazione in Egitto è molto confusa e certezze non ce ne sono: i militari sapranno tenere fede alla road map da loro annunciata nel discorso televisivo alla nazione? A questa domanda, in questo momento mentre scrivo, non è possibile rispondere; solo le prossime ore potranno chiarire in quale direzione andrà l'Egitto.
Dalle 19 ora locale, di questa drammatica giornata, l'esercito ha provveduto a circondare con barriere e filo spinato, il palazzo dove lavora Morsi, il presidente destituito: questa parte del Cairo è isolata dal resto della città.
Tuttavia, il momento più drammatico di tutta la giornata, è stato quando, l'esercito annunciava la road map e, nel passaggio, in cui i militari, hanno accusato Morsi condannandolo a un anno di carcere. Nello stesso passaggio, il ministro della Difesa faceva sapere che sarà direttamente la Corte Costituzionale a guidare la transizione verso le prossime elezioni.
Terminava così l'anno di governo di Morsi e, per l'Egitto ora inizia una nuova fase, nell'incertezza e sotto l'occhio attento e vigile dei militari: spetterà ancora una volta al movimento, riunito in modo compatto sotto il cartello Tamarrod, il compito di vigilare per continuare la rivoluzione iniziata nel 2011.
(Fonte.:ahnam;aljazeera,alarabiya/english)
Bob Fabiani
Link
-tamarod.com;
-www.aljazeera.com;
-http://english.alarabiya.net;
-www.ahnam.com
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