Sì del ministero al raddoppio del tratto genovese della A10. Almeno tre miliardi di euro per 30 chilometri di tracciato, quasi tutti in galleria. Ma si dovrà scavare nelle rocce cancerogene. Dubbi dei comitati anche su costi e utilità.

Qualcuno la paragona al Ponte sullo Stretto. Altri la ritengono la panacea per la congestione del traffico genovese. Dopo anni di braccio di ferro, la Gronda di Ponente – la controversa autostrada che dovrebbe raddoppiare la A10 tra Genova Bolzaneto e Vesima – ha incassato l’ok dal ministero dell’Ambiente. Il 28 giugno, infatti, la commissione nazionale di Valutazione di impatto ambientale ha dato parere positivo (con prescrizioni ancora ignote) al progetto presentato da Autostrade per l’Italia. L’opera costerà più di 3 miliardi di euro (con stime che superano i 5) ed esporrà centinaia di migliaia di abitanti e lavoratori al rischio amianto. Perché degli oltre 30 chilometri di tracciato, il 90 per cento sarà in galleria e comporterà la movimentazione di tonnellate di detriti contaminati dalle famigerate rocce verdi. Innocue finché restano intatte sotto le montagne. Cancerogene se, frantumate dagli scavi, le loro fibre si liberano nell’aria.

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