03 ottobre 2013
Mentre si fa la conta dei migranti morti in queste ore al largo di Lampedusa e facciamo indegestione dei soliti comunicati da lacrime di coccodrillo da parte delle alte cariche dello Stato, migranti che si autorganizzano per rivendicare diritti vengono caricati e picchiati violentemente dalla polizia
Circa 200 migranti, originari di Gambia, Mali e
Somalia, hanno bloccato per alcune ore la circolazione sulla statale
417, la Catania-Gela, all’altezza del Centro di accoglienza per
richiedenti asilo di
Mineo.
Il traffico in entrambe le direzioni è stato fermato dai
manifestanti in protesta per le eccessive lungaggini negli esami delle
richieste di asilo. I migranti hanno messo sassi in mezzo alla strada
e alcuni si sono sdraiati sull’asfalto. Subito sono intervenute le
forze dell’ordine e una ventina di poliziotti hanno sorvegliato i
migranti con il supporto di altrettanti finanzieri dislocati dall’altro
lato del blocco. La protesta è terminata quando gli agenti hanno effettuato delle cariche disperdendo i manifestanti, che si sono divisi tra l’interno del centro e le campagne limitrofe.
«È una protesta fisiologica», spiega Alfonso Distefano, membro della rete antirazzista
catanese che segue anche la situazione all’interno del Cara. «A monte
ci sono le lungaggini nel lavoro delle commissioni che hanno dimezzato
il lavoro a fronte del numero di migranti, che è raddoppiato».
A dare
vita alla protesta di oggi sono stati soprattutto gli immigrati
provenienti dall’Africa subsahariana, «esasperati dalle condizioni di
vita del centro», continua Distefano. I richiedenti asilo adesso si sono
riuniti nel campo sportivo del Cara, mentre i dipendenti sono stati
fatti uscire dalla struttura.
Il traffico, secondo le informazioni fornite dalla polizia stradale, è ancora bloccato
e le auto sono dirottate nelle strade adiacenti. Quella odierna è solo
l’ultima di una lunga serie di manifestazioni che hanno visto
protagonista il centro di Mineo. Una situazione, con la nuova ondata di
sbarchi che si succedono quotidianamente, destinata solo a peggiorare.
fonte: ctzen
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