Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


mercoledì 9 gennaio 2013

15 OTTOBRE: AGGIORNAMENTI

08 gennaio 2013

Lettera aperta di Davide Rosci, condannato per i fatti del 15 ottobre 2011

Quando sono stato arrestato il 20 aprile scorso, dissi che ero sereno; ciò che mi portava ad esserlo era la fiducia che riponevo nella giustizia, la consapevolezza che gli inquirenti non avessero in mano niente di compromettente e la percezione che, nonostante il grande clamore creato ad hoc dai mass-media, il processo fosse equo ed imparziale, così come previsto dalla legge.

Mi sbagliavo! Ieri ho visto la vera faccia della giustizia italiana, quella manipolata dai poteri forti dello stato, quella che si potrebbe tranquillamente definire sommaria. Una giustizia che mi condanna a pene pesantissime, leggete bene, solo per esser stato fotografato nei pressi dei luoghi dove avvenivano gli scontri. Avete capito bene, ieri sono stato punito non perché immortalato nel compiere atti di violenza o per aver fatto qualcosa vietato dalla legge, ma per il semplice fatto che io fossi presente vicino al blindato che prende fuoco.

Non tiro una pietra, non rompo nulla, non mi scaglio contro niente di niente. Mi limito a guardare il mezzo in fiamme in alcune scene, e in un’altre ridere di spalle al suddetto.

Tali “pericolosi” atteggiamenti, mi hanno dapprima fatto guadagnare gli arresti domiciliari (8 mesi) ed ora anche una condanna (6 anni) che definirla sproporzionata sarebbe un eufemismo.

Permettetemi allora di dire che la giustizia fa schifo, così come fa schifo questo “sistema” che, a distanza di anni e anni, dopo una lotta di liberazione, concede ancora la possibilità ai giudici di condannare gente utilizzando leggi fasciste. Si, devastazione e saccheggio è una legge di matrice fascista introdotta dal codice Rocco nel 1930, che viene sempre più spesso riesumata per punire dissidenti e oppositori politici solo perché ritenuti scomodi e quindi da annientare.

Basta! Non chiedetemi di starmi zitto e accettare in silenzio tutto ciò, consentitemi di sfogarmi contro questo sistema marcio, che adotta la mano pesante contro noi poveri cristi e che invece chiude gli occhi dinanzi a fatti ben più gravi come il massacro della Diaz a Genova e i vari omicidi compiuti dalle forze dell’ordine nei confronti di persone inermi come Cucchi, Aldrovandi, Uva e molti altri ancora.

Non posso accettarlo! Grido con tutta la voce che ho in corpo la mia rabbia a questo nuovo regime fascista che mi condanna ora a Roma per aver osservato un blindato andare in fiamme e che ora mi accusa di associazione a delinquere a Teramo, solo per non aver mai piegato la testa.

Non mi resta altro che percorrere la via più estrema per far sì che nessun’altro subisca quello che ho dovuto subire io e pertanto così come fece Antonio Gramsci, durante la prigionia fascista, anche io resisterò fino allo stremo per chiedere l’abolizione della legge di devastazione e saccheggio, la revisione del codice Rocco e che questo sistema repressivo venga arginato.

Comunico pertanto che da oggi intraprenderò lo sciopero della fame e della sete ad oltranza fino a quando non si scorgerà un po’ di luce in fondo a questo tunnel eretto e protetto dai soliti noti.

Concludo nel ringraziare i mie fratelli Antifascisti, i splendidi ragazzi della Est, i firmatari del Comitato Civile, i tantissimi che mi hanno dimostrato solidarietà in questi mesi e soprattutto quanti appoggeranno questa battaglia.

Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere!

Rosci Davide


A Davide e a tutte/i le/i compagne/i condannati la nostra sincera solidarietà e un abbraccio fraterno e affettuoso. LIBERI TUTTE/I




07 gennaio 2013

#15ottobre: Continua la vendetta di Stato... altre dure condanne a carico di sei compagni

Continua la vendetta di Stato. Sei anni di reclusione è stata la pena inflitta a sei compagni accusati di aver preso parte all'assalto del furgone dei carabinieri dato alle fiamme nel corso della manifestazione del 15 ottobre del 2011.

Il gup, Massimo Battistini, del tribunale di Roma ha condannato al termine del rito abbreviato Davide Rosci, di 30 anni, militante di Azione Antifascista Teramo, Marco Moscardelli, 33 anni di Giulianova, Mauro Gentile, 37 anni di Teramo, Mirko Tomasetti, 30enne svizzero di Baden, Massimiliano Zossolo, romano di 28 anni, e Cristian Quatraccioni, 33 anni di Teramo. A tutti e sei, già agli arresti domiciliari, è stato contestato il reato di devastazione e saccheggio, resistenza e lesioni pluriaggravate a pubblico ufficiale.

I compagni erano finiti in manette lo scorso aprile al termine di una indagine condotta dagli agenti della Digos di Roma e dai carabinieri del Ros.
Il pubblico ministero, Simona Marazza, aveva chiesto una condanna più pesante a otto anni di reclusione. Il gup di Roma ha disposto una provvisionale per il risarcimento del danno di trentamila euro ciascuno per il carabiniere aggredito e il ministero della difesa. Dovrà invece essere valutato in sede civile il danno subito dall'Atac l'azienda di trasporto pubblico della capitale.

''L'attribuzione agli imputati del delitto di devastazione e saccheggio - ha commentato l'avvocato Maria Cristina Gariup, che difende alcuni degli imputati - non è condivisibile. Si tratta di una responsabilità oggettiva della quale manca la prova materiale. Non c'è la prova di quanto contestato agli atti''. ''Le sentenze vanno rispettate - ha detto l'avvocato Filippo Torretta, altro difensore - attendiamo le motivazioni per fare ricorso ma al momento riteniamo che giustizia non sia stata fatta''.

«Le condanne a 6 anni ai manifestanti del 15 ottobre dimostrano con ogni evidenza come in Italia abbiamo un sistema che prevede pene severissime per il reato di "devastazione e saccheggio", un reato politico in quanto eredità del codice penale fascista, il così detto Codice Rocco, e pene molto più lievi per corruttori ed evasori, che danneggiano certamente più di una manifestazione la democrazia e la collettività» dichiarano Paolo Ferrero segretario nazionale del Prc ed il responsabile Giustizia Giovanni Russo Spena.


Ai compagni condannati la solidarietà dell'Osservatorio sulla Repressione.

LIBERI TUTTI !!!!

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