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Donatella Quattrone


martedì 4 giugno 2013

Cina, le ferite aperte di Tienanmen

di Riccardo Noury - 4 Giugno 2013

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 Fonte:http://lepersoneeladignita.corriere.it/2013/06/03/cina-le-ferite-aperte-di-tiananmen/

Sono passati 24 anni. Ma le autorità cinesi impediscono una ricostruzione indipendente e imparziale della repressione che cominciò la notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 a Pechino. Una vicenda che rimane un tabù di stato.

 

Le immagini delle truppe dell'Esercito popolare di liberazione che assalgono manifestanti inermi, a Tiananmen e nei dintorni, la notte tra il 3 e il 4 giugno 1989, sono ancora nitide.

Sono passati 24 anni. Da allora, sistematicamente, le autorità cinesi impediscono una ricostruzione indipendente e imparziale della repressione che cominciò quella notte d'inizio giugno del 1989 a Pechino e proseguì per settimane e settimane; vietano le commemorazioni e perseguitano chi cerca di discutere pubblicamente di quello che rimane, dopo un quarto di secolo, un tabù di stato.

Anche quest'anno, il tabù resterà inviolabile: il 27 maggio l'attivista di Shenzhen Yu Gang è stato costretto a rimanere a casa, senza connessione telefonica e Internet; il giorno dopo 13 attivisti di Shandong sono stati arrestati prima che potessero radunarsi per una commemorazione e l'attivista online Yedu è stato posto agli arresti domiciliari e privato della connessione Internet.

Nel frattempo, l'idea del tempo che passa inesorabile e invano la dà il numero delle fondatrici delle Madri di Tiananmen rimaste in vita: da 150 che erano nel 1989, sono rimaste in 32, la maggior parte delle quali in cattive condizioni di salute.

Una di loro, Zhang Xianling, che aveva intenzione di recarsi a Hong Kong col marito per assistere a un evento musicale, è stata "invitata" dalla polizia a rinunciare poiché "la città era diventata caotica". Incurante dell'ammonimento, ha proseguito nei preparativi fino a quando ha ricevuto, stavolta dall'organizzazione del concerto, un altro "invito a non recarsi a Hong Kong in questo periodo particolare".

Poi ci sono i prigionieri di coscienza, attivisti e dissidenti condannati a lunghe pene detentive per aver preso parte alle manifestazioni del giugno 1989 o per aver cercato di commemorarle in piazza o parlarne su Internet negli anni successivi.

Chen Wei era uno dei leader del movimento studentesco di Tiananmen. È stato in carcere dal 1989 al 1991, poi dal 1992 al 1996 per "incitamento e propaganda controrivoluzionaria". Il 23 dicembre 2011 è stato condannato a nove anni per "incitamento alla sovversione dei poteri dello stato".

Chen Xi aveva partecipato alle manifestazioni del giugno 1989. In carcere fino al 1992, ha trascorso ulteriori 10 anni di carcere dal 1996 al 2005 e gliene sono stati inflitti altrettanti nel dicembre 2011 per "incitamento alla sovversione dei poteri dello stato".

Zhu Yufu alle manifestazioni di Tiananmen non aveva preso parte ma la sua solidarietà nei confronti degli studenti era nota. Nel febbraio 2012, aver scritto una poesia gli è costato una condanna a sette anni di carcere. È in cattive condizioni di salute.

Amnesty International ha ancora una volta chiesto alle autorità cinesi di riconoscere pubblicamente le violazioni dei diritti umani commesse 24 anni fa, avviare un'inchiesta indipendente per accertare e punire le responsabilità, fornire risarcimenti ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime e cessare di perseguitare gli attivisti per i diritti umani che vogliono commemorare pacificamente quei giorni del 1989.

Dal blog Le persone e la dignità

 

Fonte:

  http://www.cadoinpiedi.it/2013/06/04/cina_le_ferite_aperte_di_tienanmen.html


 

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