Azzarà all'aeroporto di Ciampino (fermo immagine da SkyNews24)
"Sto bene, sto tornando a casa". Francesco Azzarà è intervenuto in collegamento telefonico con la trasmissione di Fabio Fazio "Che Tempo che fa", dove è ospite Gino Strada, in onda questa sera. "Sto bene - sono ancora in viaggio, devo ancora incontrare la mia famiglia, sto ritornando adesso a casa" ha detto il volontario di Emergency, liberato ieri dopo 4 mesi di prigionia in Sudan; era stato rapito a Nyala, in Darfur, il 14 agosto scorso. "Ci sono state situazioni particolari ma compatibilmente con quello che succedeva sono stato trattato abbastanza bene. Sono rimasto sorpreso dalla solidarietà espressa da tutte le persone, dai manifesti nelle varie città, quello che hanno fatto le persone a me vicine e anche le persone che neanche mi conoscono, non sono abituato a questo caratterialmente" ha detto Azzarà. E a Fabio Fazio che lo ringraziava per il suo impegno, ha risposto: "faccio una cosa che qualsiasi altra persona avrebbe fatto, nulla di speciale".
Dai pm per le indagini sul sequestro - Secondo quanto si è appreso Azzarà si trova ora in una caserma dei Ros per essere ascoltato da carabinieri e pm. Sul sequestro del cooperante, la Procura di Roma, ha da tempo aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo. L'indagine è stata affidata dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, al sostituto Elisabetta Cenniccola.
Terzi: il riconoscimento va ad Emergency - Il rilascio di Francesco Azzarà è merito anche, e soprattutto di Emergency che ha "tenuto alta" la pressione e l'attenzione sul caso. E' l'opinione del ministro degli Esteri Giulio Terzi. A margine dell'VIII Conferenza Ambasciatori, Terzi ha dichiarato: "Siamo molto molto lieti che Francesco Azzarà sia libero, e sia tornato a Khartoum sano e salvo: è il frutto di un impegno congiunto dell'Unità di Crisi e degli organismi che si sono occupati di questa vicenda". "Un impegno - ha proseguito il ministro - anche fatto da Emergency alla quale va dato il riconoscimento di aver tenuto una pressione, un'attenzione, uno stimolo costante ora per ora, minuto per minuto su questa vicenda". "E' veramente una grande soddisfazione che una persona così dedicata, così presa dall'impegno sociale sia tornata libera e possa continuare, ci auguriamo, ad operare per il benessere delle popolazioni più deboli" ha detto ancora Terzi. Quanto all'ipotesi di un riscatto che i rapitori avrebbero ricevuto per rilasciare il connazionale, il ministro si è limitato a dire: "Non ne sono informato".
Il suo paese il festa - È grande l'attesa a Motta San Giovanni, il paese di origine di Francesco Azzarà. Nel centro del reggino un tranquillo venerdì di dicembre si è trasformato in un giorno di grande festa perché dal Sudan è arrivata la notizia della liberazione di Azzarà: un "gran bel regalo per Natale". In Paese c'è stata subito una grande mobilitazione. In tanti si sono ritrovati per strada ed hanno iniziato a festeggiare. Il parroco, don Severino, ha fatto suonare le campane a festa perché "è una notizia che tutta la comunità attendeva". Il sacerdote, mentre si prepara per la messa della sera, non riesce a trattenere le lacrime di gioia ed annuncia per la celebrazione eucaristica "un ricordo speciale per Francesco, per ringraziare il Signore che ci ha restituito un nostro fratello rapito".
Il sindaco - E' visibilmente soddisfatto anche il sindaco di Motta San Giovanni, Paolo Laganà, che sorride mentre guarda la foto di Francesco esposta sulla facciata del municipio. "L'esperienza di questo ragazzo - spiega - ha davvero colpito tutti. E la sua liberazione è una notizia che corona le nostre aspettative e ripaga l'impegno e la mobilitazione di tutti". All'esultanza del sindaco seguono quelle di moltissimi amici di Francesco, che già dal suo rapimento si erano mobilitati con fiaccolate e iniziative pubbliche. "Siamo felicissimi - raccontano alcuni suoi amici - perché questo è un grande momento di gioia. Le nostre voci sono state ascoltate ed ora speriamo di poter riabbracciare presto Francesco". I genitori del cooperante calabrese, Santo Azzarà e Fortunata Legato, si trovano a Roma ed hanno appreso dai funzionari della Farnesina della liberazione di Francesco. "I genitori - aggiunge il sindaco - sono nella capitale perché era nell'aria che potesse arrivare la liberazione di Francesco. Non era sicuro ma c'era molta speranza".
17 dicembre 2011
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